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23 Novembre 2015

Incontro con Ferdinando Scianna: mangiatore di immagini e di vita


Fotografare è una maniera di vivere. Ma importante è la vita, non la fotografia. Importante è raccontare. Se si parte dalla fotografia non si arriva in nessun altro posto che alla fotografia.

(Ferdinando Scianna)


Vivere, raccontare la vita attraverso la fotografia, questo il percorso di Ferdinando Scianna uno dei massimi esponenti della fotografia italiana nel mondo che ho avuto il piacere di incontrare all’inizio di questo mese alla Fondazione Forma di via Meravigli a Milano, in occasione del cinquantesimo anniversario del suo primo libro, Feste religiose in Sicilia.

Pubblicato nel gennaio del 1965 nella collana Piccolo orizzonte dell’editore di Bari Diego De Donato, il volume, preceduto da un saggio memorabile di Leonardo Sciascia, ha segnato l’inizio della carriera di successo del fotografo di Bagheria, allora appena ventunenne.

A distanza di mezzo secolo, e a pochi giorni dalla pubblicazione del suo ultimo libro Obiettivo ambiguo (Contrasto), Ferdinando in questo incontro ha ricostruito la nascita e il senso di Feste religiose in Sicilia attraverso un documentario del 1964 del  grande documentarista Michele Gandin che girò sulle immagini dello stesso.

Ferdinando racconta, durante l’incontro, alcune tecniche di composizione fotografica di alcune immagini presenti nel libro con una semplicità disarmante dove persino un profano del genere può capire in maniera istantanea e precisa quello che l’autore vuole comunicare attraverso la sua visione.

I volti che Ferdinando Scianna regala alle parole di Leonardo Sciascia rappresentano la realtà religiosa di una Sicilia dove gli elementi sacri e profani delle feste religiose si mescolano e l’elemento del sacro diventa quasi blasfemo non ortodosso fuori da ogni tipo di spiritualità canonica -critica fatta dall’osservatore romano di un tempo- .

Scianna ci insegna, con estrema attualità, che la religiosità si può fotografare attraverso la vita e l’esperienza di un popolo. In questo preciso caso le immagini sono documento storico e antropologico di una Sicilia viva e piena di passione per la tradizione.

 

Il resto dell’incontro con Ferdinando ha rappresentato per me una grande esperienza di vita perchè davanti ai miei occhi ho riconosciuto il maestro che, nonostante la popolarità acquisita, mantiene sempre una grande umiltà ricordando le sue origini e citando spesso alcuni aneddoti della sua giovinezza che conducono ad una vita vissuta nell’esperienza di ogni giorno.

Nel corso di tutto l’incontro il maestro comunica la sua passione e il suo lavoro per una fotografia che è racconto e memoria, mai lontana dalla collaborazione sinergica con altre persone che contribuiscono ad arricchire la nostra esperienza creativa e professionale.

Ferdinando Scianna è un uomo entusiasta, che ha difeso con passione il proprio lavoro e che nonostante la pluriennale esperienza, si lascia ogni giorno contagiare da una curiosità tipica di ogni bambino.

Vi è mai capitato di entrare in contatto con Ferdinando Scianna attraverso le sue immagini? Cosa vi comunica la sua ricerca?

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About Samuela Iaconis

"Fotografare è come andare in punta di piedi in cucina a notte fonda e rubare i biscotti" (Diane Arbus)

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