Recuperare la fotografia di still life conoscendo i nuovi strumenti digitali, dona valore al nostro lavoro di fotografi o di semplici amatori del mezzo fotografico. Ne parliamo con un maestro del settore.
Settembre 2016, Milano, ho appena partecipato al corso di Ludovico Fossà, molti me ne avevano parlato bene e in effetti è stata una giornata di pieno interesse ed emozione. La fotografia di still life di Ludovico è nuova, piena di perfezione, ricercata e in continua sperimentazione.
La luce è disegno e scrittura in fotografia e lui sa interpretare la sua essenza in maniera eccellente.
Sfumature di luce e metodo multiscatto conferiscono al suo approccio didattico piena professionalità e semplicità.

© Ludovico Fossà
Chi è Ludovico Fossà e qual è il suo pensiero?
Conosciamolo meglio in questa intervista:
Chi è Ludovico Fossà?
Mi reputo, nonostante tutto, un privilegiato. Faccio quello che amo fare. Ho due grandi passioni: Musica e Fotografia.
Per un certo periodo, in gioventù, sono stato indeciso su quale delle due scegliere per poterla trasformare in un mestiere. Ho scelto la Fotografia senza una vera ragione. Diverse circostanze, alcune delle quali del tutto fortuite, mi hanno semplicemente condotto verso quellʼopzione.
Che cosʼè lo still life per te e quanta importanza ha avuto nella tua vita professionale?
Lo still life “è” la mia vita professionale; mi appassiona, mi emoziona. Poter creare dal nulla unʼimmagine, come quella pre visualizzata nella mia mente è per me motivo di grande soddisfazione. Il tutto si riduce alla gestione della luce e alla conoscenza di come essa interagisce con gli oggetti e la loro morfologia. Sembra cosa semplice, detta così, invece sono necessari alcuni anni dʼesperienza per poter dominare le innumerevoli variabili e per riuscire a concretizzare le idee sfruttando le tecniche di ripresa (e ora anche quelle di post-produzione) e la tecnologia disponibile.
Ho imparato a gestire le luci (e le ombre), a immaginare composizioni equilibrate e a conoscere le tecniche, durante la mia attività dʼassistente, protrattasi per otto anni dal 1980 al 1988, presso lo studio di Raffaello Brà: un professionista di grandissimo spessore creativo, professionale e umano. Un caro amico. Da lui ho potuto respirare il clima della “Fotografia Professionale” dʼaltissimo livello, assorbendone i numerosissimi aspetti relativi anche alla gestione dei clienti, alla disponibilità, al linguaggio pubblicitario.
Una fortuna sfacciata, insomma.
Gli oggetti possono avere unʼanima secondo te?
Faccio finta che ce lʼabbiano. Tratto ciò che devo fotografare cercando di esaltarne i pregi, minimizzando i difetti, enfatizzando le forme e il materiale di cui è composto. O comunque cercando di trasmettere allʼosservatore le corrette sensazioni. Tutto questo è possibile gestendo correttamente luci, riflessi e ombre.
Unʼimmagine fotografica è per definizione statica e bidimensionale. Inoltre, per analizzarla, si usa necessariamente il solo senso della vista; occorre pertanto adottare alcuni artifici, in fase di ripresa e di post-produzione, che hanno lo scopo di compensare la mancanza delle informazioni su cui invece possiamo contare mentre siamo “immersi” nel mondo fisico che ci circonda.
Il tuo metodo fotografico e il tuo fare fotografia quanto si avvicinano ad unʼopera dʼarte?
Occorre moltissima cautela quando si parla di Arte. LʼArte è difficilmente definibile. Francamente non so rispondere alla tua domanda e sinceramente è una domanda che nemmeno mi pongo. Ritengo di essere semplicemente un professionista che mette a disposizione, di chi le richiede, le competenze maturate in oltre trentʼanni dʼesperienza. Esattamente come un meccanico, un avvocato, un medico o un idraulico. Sicuramente, però, ho subito un salutare condizionamento, un benefico imprinting, dallʼattività di mio padre pittore dal quale ho certamente acquisito una certa capacità visiva (o visionaria) che mi permette di non fermarmi al “guardare”, ma che mi mette in grado di “vedere”; in sostanza, di sviluppare quel tipico spirito dʼosservazione necessario per “estrarre lʼanima dʼun oggetto” (giusto per tornare alla terza domanda). In qualche caso, in effetti, il mio modo dʼoperare è particolarmente affine alla pittura.
Tuttavia, più che essere definito “artista”, mi preme maggiormente essere considerato “professionale”. Ossia, qualcuno che esercita, bene, la sua professione.
Quale futuro per lo still life?
Sto vedendo, mio malgrado, un futuro non troppo roseo per la Fotografia in generale. Lʼavvento della tecnologia digitale, riguardante le attrezzature da ripresa (non dimentichiamo che, invece, il digitale nel fotoritoccco esiste già da ormai oltre ventʼanni), ha avuto, per me un poʼ inspiegabilmente, alcune conseguenze devastanti, credo imputabili alla cattiva informazione e al consolidato malcostume di non aver più la voglia dʼimparare.
Vengono commessi molto spesso alcuni grossolani, ancorché giganteschi, errori di valutazione riguardo questa a tecnologia. Uno su tutti: “col digitale è tutto più facile”. Nulla di più sbagliato. Per operare in modo corretto, occorre prestare la massima attenzione nella fase di ripresa, esattamente come in epoca argentica, ma è necessario altresì saper gestire con perizia un file, cosa che non è affatto scontata; è necessaria unʼapprofondita conoscenza dei software atti alla gestione e manipolazione delle immagini. Bisogna imparare e studiare. Non cʼè scampo. Non è affatto vero che: “con Photoshop ci metti cinque minuti” o altre amenità del genere. Tutto ormai richiede tempi strettissimi, ma fretta e qualità sono caratteristiche che non vanno a braccetto. Richiedere un lavoro fatto a regola dʼarte, realizzato in poco tempo e magari anche a basso costo, non è solo puro e semplice strozzinaggio, ma anche segno dʼenorme incompetenza e di poca fiducia riposta nel professionista scelto, a cui è stata disattesa la richiesta di avere a disposizione una maggior quantità di tempo.
Va però anche detto che buona parte della responsabilità cade sulle spalle dʼalcuni professionisti i quali hanno accettato le condizioni di cui sopra. Qui, però, mi sto addentrando in un argomento davvero spinoso che mi pare sia per il momento senza via dʼuscita.
A quando i prossimi appuntamenti con i tuoi workshop?
Vorrei, prima di tutto, dire quanto questa mia attività divulgativa sia fonte di soddisfazione umana ancor prima che professionale. Ho avuto la fortuna di conoscere persone straordinarie. Alcuni sono arrivati davvero da molto lontano facendo migliaia di chilometri per poter passare una giornata in mia compagnia.
Offro due possibilità:
1. Workshop base della durata di un giorno previsto per il 17 dicembre 2016.
oppure
2. Corso avanzato della durata di tre giorni previsto per il 25/26/27 novembre 2016.
È possibile informarsi sugli eventi consultando la pagina “workshop” del mio sito web www.ludovicofossa.it, sulla quale, a breve, sarà pubblicata la pianificazione degli eventi organizzati nei prossimi mesi.
Un workshop di fotografia di still life “illuminante” e pieno di curiosità che consiglio vivamente.
Cosa aspetti prenotati!